Sono stati presentati a Milano, lo scorso 18 giugno, i risultati del secondo rapporto di filiera del comparto vino ,“Vino futuri possibili”, realizzato dal Gruppo 24ore con il supporto di collaborazioni diverse. E proprio da una sezione di questo rapporto – quella dedicata a “Gli italiani e il vino”, curata da Marilena Colussi, Direttore di ricerca tendenze alimentari e sociali – è emersa una vera e propria mappa del consumatore–compratore di vino italiano, che rappresenta ben il 93% della popolazione maggiorenne (tale è la percentuale di coloro che dichiarano di bere vino, sempre secondo il rapporto) e si raggruppa in 7 distinte tipologie. Troviamo così il SEMPLIFICATORE, che non si intende di vino e quando compra si affida a prodotti decisamente noti, conosciuti, per essere certo di non sfigurare; l’ENTUSIASTA, che è l’autentico appassionato, il conoscitore, che beve tanti tipi di vino ed è disposto a spendere; l’ASPIRAZIONALE, che è molto interessato a conoscere tanti tipi di vino ma fa anche molta attenzione al prezzo; l’EQUILIBRATO, che è curioso ma non si considera competente, si fa consigliare quando compra ma non spende molto; il FOLLOWER, che beve vino solo quando è in compagnia di amici, solitamente all’interno di in un locale/bar e come aperitivo; il TRADIZIONALE, che, amante delle proprie origini e delle proprie tradizioni, beve solo vini della zona di provenienza e, infine, l’ABITUDINARIO, che ha gusti precisi, abitudini consolidate, tanto da osare difficilmente e da scegliere sempre da una ristretta rosa di prodotti. E voi? Che consumatori di vino siete? Vi riconoscete in uno di questi identikit?
Archivio di giugno 2013
Consumatore di vino… ma di che tipo?
venerdì, 28 giugno 2013Una classificazione di vini tra i patrimoni dell’Unesco?
mercoledì, 19 giugno 2013Ha avuto inizio domenica scorsa e chiuderà i battenti domani Vinexpo, il salone internazionale del vino di Bordeaux, appuntamento fieristico di sicuro riferimento per i professionisti del vino del mondo intero. Ed è proprio da lì, nel contesto di una cena organizzata per l’occasione all’interno di uno dei più blasonati “Château”, che è arrivata la notizia: verrà presentata la candidatura a patrimonio dell’Unesco della Classificazione dei vini di Bordeaux datata 1855; la presentazione avverrà nel 2015, in occasione del 150° anniversario, e per preparare la domanda di candidatura è stato costituito un comitato di esperti di geografia, storia ed enologia. Si tratta di quella classificazione ufficiale voluta dall’allora imperatore Napoleone III per il Salone di Parigi e rimasta, a parte un paio di modifiche, praticamente immutata nel tempo. Stabilita in funzione della reputazione degli “Châteaux” e del loro costo di produzione, essa vede i vini classificati per importanza da primo a quinto “cru” e riguarda sostanzialmente i vini rossi prodotti nella regione Médoc (una sola realtà si colloca infatti nella regione Graves) e i vini bianchi liquorosi di Sauternes e Barsac, classificati però solo su due livelli. Una classificazione di vini che aspira ad entrare nella lista più prestigiosa al mondo che raccoglie siti di importanza eccezionale per valenza culturale o naturale? Che ne pensate? Pensate possano esserci candidature simili anche in Italia?